lunedì 14 dicembre 2009

imperfetto

come la pioggia che inganna la strada.quello che succede senza preavviso non è mai niente di buono è l'effetto collaterale alla nostra miseria il prodotto accessorio della nostra mancanza di senso della nostra incapacità di vivere del bisogno di soffrire della necessità di essere finiti.come le nuvole che fanno finta di proteggerci da un sole avaro un sole che non sa amare un sole che assiste gelido alla nostra sconfitta alimentando giorno dopo giorno i rimpianti e le angosce.sarebbe stato meglio non pensare troppo e non rendersi conto di essere produttori di antinomie contraddizioni viventi che non cessano mai di eccitare l'ilarità del destino.

eppure ricordo ancora i miei sogni sfumare nell'ebrezza di un'estate nel vento mite di giugno sorridere al mare infinito e agli incendi controllati alla nudità dei nostri costumi e agli arrampicatori sociali mentre volevo perdermi nel pensiero di non avere pensieri l'unico sollievo prima di incontrarti.

domenica 22 novembre 2009

difficili settimane

c'è nebbia intorno alle torri.bologna si sveglia buia la mattina.il freddo anestetizza i pensieri e facilita la congestione della colazione: cenere e sorrisi stonati.vecchi.



ho chiuso i contatti stavolta.mi sono lasciato andare.e c'è un misto agrodolce nel sapore del mare in cui naufrago.le pagine mi scivolano addosso, cerco di riprenderle.da bravo.facendo il mio mestiere.ma ormai ho iniziato il gioco.tanto vale continuare.

venerdì 6 novembre 2009

lasciami masticare un altro pò del tuo dolore.senza ingoiare che poi altrimenti sei parte di me.mettimi al corrente della situazione internazionale, parlami dei cani che scopano di fronte l'università.dimmi come ricucire i pezzi della mia anima sgualcita dimmi come hai fatto tu.raccontami delle pareti verniciate con le parole delle sere di qualche anno fa le sere che si perdono tra gli alberi dei centri commerciali.dei libri appesi sui soffitti di qualche sconosciuto autore e dell'ordine dei discorsi.tu che sapevi ascoltare la carta.che sapevi che poteva essere ancora utile.che sapevi cosa scriverci sopra.che le occhiaie ti donavano.
volevo solo un pò di posto.mentre gli zingari fondano nuovi assetti sociali nelle scuole abbandonate.mentre nella nebbia si sentono le foglie cadere una coperta per la notte dei prati nudi sotto i nostri passi.e il cielo non sarà mai più quello del 20 settembre.e il cielo sarà sempre quello del 20 settembre.

lunedì 2 novembre 2009

ravenna-bologna h 06:47

le nuvole rigonfie ed esangui come nei quadri nella tua stanza.il sole che spunta frantumando il cielo come il pennello di picasso un cubismo che spezza la notte in un frontale con le prime luci dell'alba.ed io viaggiatore passeggero che percorre le vie dei sensi senza una preparazione adeguata.con le palpebre che rifiutano la scelta degli occhi.con le palpebre che fuggono verso dimensioni oniriche.ma la veglia è un percorso indicizzato forzato senza spiragli.

giovedì 29 ottobre 2009

l'eterno sconfitto

"ti amo"
quando svisceri pensieri inerti.e ti fai male da sola cadendo dalla tua mente.cadendo nella tua mente.e rompi le latitudini giocando con le distanze.fai male da morire.brutta cosa l'amore.

aspettando novembre

di questo mese di transizione non so più che farne.sento solo sospiri malati e lenti rantoli d'agonia che pregano perchè passi una legge sull'eutanasia.dalla finestra urla il freddo che aspetta il suo turno per portare le persone a chiudersi dentro sé stesse.a cercare calore e luce dove c'è un gelido buio.

è l'attesa che uccide.è l'incedere pesante delle ore che portano con sé il giogo della vecchiaia del tempo.le ore che nascono vecchie.le ore che fanno sostanza del loro precariato.fuori c'è sempre vita, almeno credo.ma se potessi battere i rintocchi dei secondi che separano dalla fine, l'angoscia placherebbe questo tiepido morire.

sabato 3 ottobre 2009

limbico

"qui è dove curano le anime?"
"qui è dove smagnetizzano le anime"

è il plexiglass che separa i nostri pensieri.la sconfitta delle pretese speculative.il trionfo della vita.il trionfo della volontà.

vederti è stato aberrante.come un tossico che entra in clinica e la sola cosa che ne rimane è la velleità di autoannientarsi.perchè la sofferenza era l'unico colore che ti donava, ma i tuoi occhi ne restavano sempre abbagliati.le croci che dobbiamo portare ogni giorno non sono quelle che dobbiamo portare.sono quelle che vogliamo indossare.

auguri giò.

sabato 26 settembre 2009

quando hai iniziato a darmi risposte (viene prima l'influenza suina del nostro amore)

se scrivere potesse fermare le emorragie.se il cielo fosse meno blu.se gli alberi fossero meno contraddittori.se le case non avessero le pareti.se il grigio avesse meno bianco.se la mia testa non fabbricasse dolore con i neuroni precari.se la smettessi di gridare in mezzo alla strada "perchè esisti?" ai passanti.se la memoria non fosse troppo occupata col passato.

e ci accorgiamo di nuovo che consumiamo male lo spazio del mondo che sarebbe meglio coprirsi la sera invece di sputtanare sul balcone le nostre ferite che se la gente potesse capirci finirebbe tutto.invece è l'incedere che mi destabilizza la cadenza ritmica dei giorni tutti uguali affossati nei pranzi della domenica le pretese di pulizia ed ordine nella mia vita.se potessi uccidermi un solo momento.un solo minuto per capire se vivo davvero.senza anestesia.godiamoci questa morte apparente dentro gli occhi.vediamo se riusciamo a risolvere l'esistenza.rompiamo i muri usando solo le mani.rompiamo i muri senza usare le mani.

lunedì 21 settembre 2009

a te

tra le steppe di hesse e le esistenze di sartre

sempre meno spiragli per vincere la quotidianità.la speranza è l'ultima a morire, ma gli ultimi saranno sempre i primi.ho paura che questo un giorno possa diventare troppo pesante.ho venti anni e in misura proporzionale al passare del tempo aumentano i periodi di crisi che accarezzano la testa.la pioggia batte con regolarità per fermare il momento ma cogliere l'attimo non è il nostro compito, non è alla nostra portata.l'uomo ha perso.ha perso contro sé stesso.e può vincere solo nella sconfitta.non mi sono mai piaciuti i paradossi ma il compito più difficile spetta a schopenhauer e leopardi per ritrovare la meraviglia originaria.per rievocare lo stupore del bambino.per sbagliare ancora una volta strada, ma stavolta nel modo giusto.e scoprire un amore antico secoli.perso nel tempo.viandante di epoche barbare, cultore dell'arte senza età.sciogliere questo amore per tanto tempo cristallizzato, troppo polveroso.cercare l'equilibrio tra le anime universali.possedere l'Om.e perdersi tra la gettatezza e le irrequietezze degli alberi l'inquietudine della sera il sublime delle bottiglie di vetro il cielo buttato sui cassonetti e le esistenze malate.fermare ancora un attimo il cuore per fissare la vita fredda in una mano.muore l'uomo, ma sopravvive la malattia.eppure è dentro te che ho trovato la cura.

lunedì 7 settembre 2009

settembre in soffitta

il vento che porta il cambio di stagione è il sussurro leggero di chi arriva senza fare rumore.comincia con una giornata diversa dalle altre.solo niente sole.e il pomeriggio restiamo a guardare l'estate morire invece di infrangere le onde contro i nostri pensieri.cambiano piccoli particolari per stravolgere la sostanza.settembre inizia così, come chi muore un pò.come chi non sa resistere all'inerzia di lasciarsi appassire.come chi ama la deriva dei continenti.settembre bussa piano per presentare la sua eutanasia, non sfonda le porte.e sembra quasi giocare con le scorie dell'estate.con il sole tiepido che non porta più vita.con il mare in burrasca da tenere a portata di mano.come chi conserva le foglie morte,sapendo che non si può contemplare davvero la vita, ma solo ciò che, dopo, nella fredda staticità della morte, ne resta.

giovedì 3 settembre 2009

ho paura

raccontiamo alle nuvole arenate nel cielo le cose che non diciamo mai.ho dei piccoli pensieri nella mia mano, chiusi apposta per te.scoprili, potresti trovarci le chiavi per una nuova tristezza.e se dovessimo partire per un viaggio esotico non svegliarmi, che la realtà di quello che viviamo spazza via i sogni cristallizzati.meglio inseguire amori decadenti che lasciarsi travolgere dalla noia dei matrimoni.

lunedì 31 agosto 2009

torno subito

storie disattese,avevi ragione.era scritto davanti i nostri occhi, peccato non aver imparato a leggere prima.tanti ritagli di giornale che formano sequenze coordinate sconnesse.una piccola lezione di vita.mai avere troppa fiducia in sé stessi.

domenica 30 agosto 2009

due giorni fa

la fine dell'estate tra i sussurri delle serrande.
alle due di notte mi alzo angosciato dalla noia.esco fuori, sul balcone.i muri che dormono.le finestre dagli occhi socchiusi.il vento che geme parole lontane, altre vite che si confondono,viscere schiuse.la storia e il progresso, la sincronia di schopenhauer, la diacronia di hegel.il mondo come apparenza, il mondo come parvenza: il mondo come inganno.la polvere delle comete, il disorientamento cosmico, il disordine universale.l'assoluto che non può che volere, che non può non volere se stesso.mentre, lontano, sei da qualche parte.non posso fare a meno di sorridere.maledizione.

venerdì 28 agosto 2009

qui auget scientiam, auget et dolorem

una grande verità è in fondo una piccola bugia.

martedì 25 agosto 2009

la perfezione del freddo

con quel senso di calma appiccicato alla testa.che nasconde pensieri innocenti e sporchi.dietro ai sensi dell'estate, il profumo degli scogli, la voce stordente delle onde inossidabili calme ripetitive,il colore del cielo vuoto, il dolore del mare, la tua pelle."non c'è niente di sbagliato",mi ripetevo per non pentirmi della felicità.ma anche agosto cade, il 25 notte.e apre la porta alla perfezione del freddo.

lunedì 10 agosto 2009

scissione (I)

ad essere attratti dai buchi neri.senza ritegno.senza la dignità di farsi male.cadono le bombe a san lorenzo.mentre qualcuno sposta i quadri dei nostri cieli impressionisti.fammi male.fammi male.fammi male.non farmi male, ti prego.i tuoi occhi per misurare il disordine dell'universo.in mezzo, qualche piccola particella che smuove la nostra memoria.dove siamo iniziati?

giovedì 6 agosto 2009

auguri sap

auguri per ieri, sap.un anno in più.più tasso alcolemico alle spalle.meno pensieri per la testa.o almeno illudiamocene.

martedì 4 agosto 2009

non pensavo

a guardare panni stesi che agitano parole convulse e scuotono le autocoscienze dei balconi.qualcuno ieri sera mi ha detto: "non pensavo che le persone cambiassero": il gioco sta tutto lì.nel prenderci per il culo pensando di cambiare.quando vedere le strade percorse è un gemito confortante.di un dolore lontano che ti scalda.adesso tremi per le tensioni esistenziali.prima fremevi per il vento cadente della giovinezza.domani giacerai immobile sotto il sole malato di nonsodovenecomeneperchè.alla fine torniamo sempre a casa.alla fine torniamo sempre da noi.niente ci salva da quello che siamo.

lunedì 3 agosto 2009

per fare la lampada al sole

in questa estate pallida che sa di residui di te e musica trascinata male.di spiagge con troppi interrogative sul futuro della sabbia e scarichi fognari che inquinano il nostro turismo salvando le mafie in via d'estinzione.portiamo ancora i segni di un inverno troppo duro per passare di nuovo al pronto soccorso.gli sfoghi sono per gente perbene, noi preferiamo morire senza che nessuno se ne accorga.tra le pietre del mare e i pensieri delle piattaforme.che estraggono metano dalla nostra terra.povera solo per chi muore di fame.di sete.di perchè senza risposte.

martedì 28 luglio 2009

non fornire mai la password o un numero di carta di credito in un messaggio istanteneo

la fiducia non ha più prezzo.e un "che" prima di iniziare a parlare vale più di mille parole.e ci costruisce addosso l'immagine di quello che non siamo.
non capisco.
non capisco.
non capisco.
non casipco.
ono saciopc.
se il linguaggio è il 2% in più rispetto a uno scimpanzé vada a farsi fottere insieme ai sogni metallizzati dei paradisi artificiali.

h

quando appendiamo i ricordi sui muri della memoria incollati con nastro isolante.per non viverli più.per non rimanere bruciati.

sabato 18 luglio 2009

incipit

perchè per te probabilmente l'origine di tutto è il torto, e per me invece l'origine di tutto è l'amore.però probabilmente resteremo a guardare io il tuo torto sublime e pietoso, tu il mio amore malato e assassino. e affogheremo insieme cercando di capire chi ha sbagliato, senza renderci conto che in mezzo ci stava qualcos'altro che abbiamo perso per sempre.perchè tu non rinunci al piacere di soffrire, e io al dolore di amare.

mercoledì 8 luglio 2009

un altro sabato

il sabato sera ad affogare discorsi interiori.a destrutturare sogni.a cancellare fuochi d'artificio.a spegnere le stelle sulla pelle.che fanno più male delle cicche, che fanno meno male delle tue parole.delle tue paure.dei tuoi pensieri infranti contro i muri.senza incidenti i percorsi sarebbero lineari ma la matematica delle malattie interiori è una forza centrifuga.che ci spinge verso i precipizi.sabato sera.ubriachi di lampioni e puttane.mentre le fontane ci pisciano addosso.

processi di decontestualizzazione

la pioggia d'estate.che non te l'aspetti.forzando le gocce nella ricerca dei miei spasmi.delle mie inclinazioni.dei tuoi dolori.la pioggia d'estate.rinfresca le parole.di noia e di gelosia.la pioggia d'estate è pioggia dei miei giorni è l'aridità vinta dai cicli è il contesto forzato dei pomeriggi senza vita è sangue.che chiama altro sangue.che chiama altri orizzonti.che chiama altre stagioni.che grida intorno al vuoto.

venerdì 29 maggio 2009

.

ti amo anche oggi

domenica 24 maggio 2009

'99 parte I (pausa riflessiva)

e poi, non lo so.davvero.non che abbia mai avuto la pretesa di saperlo, semmai era una vanteria che cadeva su me stesso.come quando ti ubriachi da solo.non lo so, giuro.come il 1999.cosa facevi nel '99?sembra un documentario ormai il '99.si è perso nei ricordi asfaltati dalle contestazioni della memoria.che si ostina a non capire.è diventato il '99.si è perso, si doveva perdere.forse l'unica cosa possibile era proprio schematizzarlo.assegnarli mesi, giorni, ore, minuti.per cercare di non farlo fuggire.per cercare un altro pò di sentirsi più vicini al controllo.ovattato.sterile.perchè il '99 si è perso lo stesso.non poteva non perdersi, in quel sesso sfrenato di spazio e tempo.e io solo un voyeur compiaciuto.il cornuto che voleva godere a vedere come lo tradivano.il '99.chissà chi eri tu.nel '99.chissà attorno a quale inverno ruotava il tuo mondo, chissà in quale stazione transitavano i tuoi pensieri.
non lo so.la verità è questa.non c'è una verità che non faccia male.era freddo il '99.non usava coperte per scaldare il tuo dolore.ti assiderava.e tu vivevi per questo.io, invece, non lo so.ancora non c'erano le anime chiuse dentro i tram.ancora non c'erano i residui di sartre.ancora non c'era il malessere che ti alza la domenica mattina.ancora non c'ero io.ma tu c'eri già.ci sei sempre stata.chissà cos'era per te il '99.
riavvolgi.ti prego.

sabato 16 maggio 2009

moderazione

c'è sangue nelle nostre vene.troppo.sempre aperto a nuove esperienze.sempre pronto ad essere assolutizzato.sempre pronto ad essere proiettato nell'universo delle nostre esistenze vuote.dove l'infinito esiste per sdrammatizzare le nostre vite da clochard mai troppo ubriachi di vomito.di gettatezza.di gratuità.c'è sangue nelle nostre vene.innocente.colpevole solo di dover essere colpevole.di dover essere vittima.di dover essere carnefice.di non avere mai abbastanza spazio per respirare l'aria del mondo.di non avere mai abbastanza verità per potere un giorno debordare.
abbiamo sangue nelle nostre vene,per poter straripare.abbiamo pianti per le nostre lacrime.ferite per i nostri dolori.fosse per le nostre morti.cuori per i nostri amori.corpi per le nostre esistenze.sistemi immunitari per le nostre malattie.case decrepite per le nostre giornate.giorni per le nostre notti.notti per i nostri giorni.soffitti per i nostri pensieri.
ho te per avere me.
ma purtroppo ho solo me per avere te.

lunedì 11 maggio 2009

prospettive difformi

i pomeriggi li passerò a sezionare i tuoi pensieri.a sbucciare parole per vedere se esiste la tua semantica.per studiare la tua grammatica interiore.per cercare quella luce malata che chiami la tua vita."i pomeriggi saranno suppergiù grigi.tendenti all'amorfizzazione".le tue parole.a chiamare le mie:i pomeriggi si coloreranno della tua anima.i pomeriggi avranno la forma del tuo spirito."i pomeriggi saranno suppergiù grigi.tendenti all'amorfizzazione".e le tue parole silenziose spostavano le mie grida.

ad angelo piace questo elemento

sono l'1 e mezza, ma potevano essere le 2.sono l'1 e mezza,e si dice sempre che ti prende il sonno, mai che ti prende l'insonnia.sono l'1 e mezza, non: è l'1 e mezza.sono in milioni di universi riciclati che ridono sulle vie lattee versate.e sui versamenti bancari.di chi conta meno di una particella subatomica.di chi fonda sempre le proprie certezze sul nulla.di chi affonda sempre le proprie certezze nel nulla.è, l'1 e mezza, solo per me.e le mie ridicole pretese.di ridere del sesso.di capire perchè non capisco.di pensare sempre che otto ore di morte cosciente basterebbero per iniziare un nuovo giorno.forse, domani.

sabato 2 maggio 2009

un'altra sera

sono pezzi di carta attaccati allo stomaco.sogni che iniziano dalla fine.come se la fine non avesse un inizio e l'inizio non avesse una fine (ma solo la fine non ha fine?).ricordavo le intemperanze degli alberi.l'inquietudine della sera.le parole strisciate per terra.il vento attonito percosso dalla tua assenza.le nuvole sotto il cielo a fissare le stelle.troppo egoiste per lasciarci assistere allo spettacolo.per darci la consolazione di un pò di grandezza.per lasciarci vivere.per lasciarci morire.che è quello che sta in mezzo, tra vivere e morire, che mi preoccupa davvero.

venerdì 1 maggio 2009

porti senza attracchi

troppe parole sorreggono il mondo.gli spazi lasciati vuoti per capire che è solo il vuoto che riempie.i trip allucinati di chi accetta la monotonia.le mani che tremano sfiorando la tastiera esperiscono quei pochi attimi di vita vissuta che ti accompagna durante il giorno quando basta salire in autobus e la gente non la riconosci.che ce n'è troppa.che ce n'è troppo.un accumulo di vite.di passati.di melodie lontane.di sussurri materni, di amori sepolti, di gioie condivise.troppo umane.troppo gratuite.troppo gettate.e la pioggia batte ma se non formasse un comune denominatore avrebbe speso male il suo tempo.

martedì 28 aprile 2009

perso

regalami pezzi di cielo su cui sbattere la testa.

martedì 21 aprile 2009

per sempre

le mie braccia percorse dal tuo amore

fine corsa

e mi perdo sui sentieri tracciati.sulle vene percorse dai pensieri.sulle rotte tracciate dal sangue.tra i diari bruciati dalle sigarette e le sigarette bruciate dalle parole.tra le masturbazioni mentali dell'incapacità del senso.del sentimento.degli angoli bui.dei barboni alle sei di mattina che preparano il mondo.per essere dipinto ancora una volta.dalle tue escoriazioni.dal tuo dolore.dalla tua anima.

martedì 14 aprile 2009

sapevi già tutto

forse l'unico modo che avevi per farti ricordare era scolpirmi addosso una ferita.farmi sentire un momento d'abbandono che sarebbe durato per sempre.incidere il tuo nome sopra un esercito di carne pronto a ricordare.che ci sei stata.che ci sarai sempre.che se anche non avessi voluto sarò sempre in bilico.e quando cadrò sarò comunque ritto davanti a te.nella disperazione dello sconfitto che perde perchè vince.l'attimo.che ho assaporato la caducità ma costava troppo per permettermene un'altra.per scendere a patti con se stessi e accettare qualcosa che non si può sentire proprio.quel mondo che ti scivola in mano.che si avvicina per volersi allontanare.come le maniglie delle porte.che stanno fredde nel palmo mostrandoti la loro alterigia sono lì ma non le puoi prendere non hai mai imparato a prenderle le hai vissute tutti i giorni della tua vita ma si beffano di te basta un mese e cambia tutto le realtà vive che diventano ricordi morti.non so prendere le cose.e l'esistenza mi ride addosso col tuo sorriso.

mercoledì 8 aprile 2009

mettimi giù (live @ gello89.spaces.live.com)

i profili spensierati dei ricordi dolci speranze che hanno combattuto per morire affogate nella disperazione di un riflesso.solo tu e i tuoi occhi esprimevano l'insensatezza della sera.sarà.ma io in questa città non mi trovo se poi paghiamo tutti i nostri pomeriggi.se poi per cercare un sorriso dobbiamo prima chiedere se c'è lo sconto.non ti è mai piaciuto giudicare ma oggi proprio non ce la fai.oggi proprio non riesci a distogliere lo sguardo dalla massa grigia e amorfa che si calpesta i piedi a vicenda.se dovessimo far parte di un tutto che senso avrebbe porsi delle domande?e resto qui ancora con la testa appesa a terra.

domenica 5 aprile 2009

il peso

posso solo amare l'idealizzazione di un momento.dei pomeriggi sepolti sotto gli alberi di periferia.del canto di un battesimo lontano che ci liberi da ogni vincolo.da ogni costrizione.che ci chiama finalmente a non vivere.le sere tiepide passate con il vento mentre eri tu a soffiare in mezzo agli alberi le notti d'agosto e tutto era facile quando sapevo di non sapere.e se c'è qualcosa di reale è accorgersi che non c'è niente di reale.che il tempo perso è definitivamente andato e quello che verrà è già il triste ricordo dell'asfalto battuto troppe volte.che porta in troppe direzioni.ci innamoriamo sempre troppo solo di noi stessi.io mi proietto su di te e le immagini mentali questa volta non possono interrompere il corso dei miei pensieri.il flusso inesauribile grumoso di non so dove.le strutture sottostanti le nostre capacità linguistiche.i territori inesplorati e le nostre dita che diventano vive.che si animano di propri pensieri.che esplorano le costellazioni di gemiti inariditi.è tutto sempre troppo banale per non caderci di nuovo.

sabato 4 aprile 2009

l'unico punto interrogativo degno di non essere risolto

non avremo mai abbastanza acqua per le nostre gole aride secche che deperiscono al sole della tua stanza buia.tra di noi giganteggia il silenzio dopo le convulsioni ma non sono serviti a niente tutte le nostre belle parole ora c'è solo silenzio.un vuoto pesante ed arido come se sapesse della memoria delle nostre vite passate.quelle che abbiamo davvero vissuto.quelle che ormai ci appartengono.ti appartengono.sono l'odore della tua pelle.che sa di sigarette spente troppe volte senza neanche una lacrima versata e sorrisi insolenti l'unica arma contro l'esistenza che vince sempre che vince troppo che l'unico bottino sono i nostri corpi crudi animati da passioni non nostre.ma forse quel vuoto neanche c'è e all'improvviso anche l'unica amara certezza in cui stavi per spirare dolcemente scompare.ci sei tu.ci sono io.ci siamo noi?c'è ancora vuoto tra me e te o la distanza è sempre stata immaginaria e perchè cazzo le serrande ridono di me sbattendomi in faccia il giorno che anche la notte svanisce sotto i colpi della luce per tornare poi mestamente a trionfare e solo io non riesco a capirci niente.

sabato 21 marzo 2009

senza nessuno scopo

era tanto triste sentire i battiti che ti costringevano a vivere.che poi ci produciamo nelle nostre masturbazioni mentali e da millenni troviamo sempre sensi che si contraddicono e significati che si gettano disperati nel vuoto dei tuoi occhi cercando di non essere solo un'illusione.e alla fine non c'è mai stato niente. e alla fine vivere è amare vivere è odiare vivere è gonfiare due sacchetti di carne.e li chiamiamo polmoni.e ci sentiamo superiori se ci sforziamo di non gonfiarli.ed è solo un altro modo di morire meglio.c'è tensione sociale tra l'erba.discriminata dagli alberi.e quei rami sembrano volerti liberare e si tendono a cercarti.a regalarti il silenzio.a  regalarti una vecchiaia di solitudine amara e qualche bottiglia di birra che ti fissa dalla finestra.la stessa finestra che il giorno prima nascondevi per cercarti tra quattro mura fingendo che il mondo fuori non esistesse.oggi è domenica.e c'è solo più spazio.per sapere di non potere stare male come vorresti.che se anche guardi giù dal balcone non hai pensato che sei a primo piano e non c'è mai niente di risolutivo ma ti scappa solo da ridere.che forse la domenica non la capirai mai.come i compleanni.quando ci regaliamo candele.per augurarci di smettere prima.di smettere meglio.se affoghi i pensieri anneghi anche la tua anima.ma tu vuoi soltanto vederli gemere.nessuna morte annunciata.solo dolore che ti liberi.

venerdì 20 marzo 2009

rotto

mi sono sempre venduto fumo negli occhi e non avevo frangiflutti esistenziali per ripararmi dalle onde del mio dualismo.vorrei tanto essere certo di qualcosa ma le fedi incrollabili hanno sempre fomentato l'ateismo.le sigarette spente nei posacenere arrangiati mentre fuori il mondo continua.una sera ci siamo svegliati madidi di sudore credendo di aver capito i vapori delle nostre nebbie ma non esiste sole che illumini il nulla.che dissipi i miei pensieri tossici.

domenica 15 marzo 2009

dentro

l'inettitudine cosciente
che spinge
con violenta dolcezza dentro te e
profuma degli spigoli dell'inadeguatezza
troppo soffusa
troppo soffice
nella mia testa per non sentirla giusta
per non sentirla mia.
i morsi del tempo sulle tue braccia nude precipitavano dal tuo io.
è lì che si addensa il nostro male.
è lì che ci ritroviamo tante volte.
è lì che ci amiamo davvero.
sulle strade interrotte dal traffico dei tuoi pensieri.

sabato 14 marzo 2009

non c'è mai progresso in campo morale

le lotte intestine tra l'erba e il cemento richiudono ferite che partono dal cuore.e il mondo reale da sempre questo effetto.sappiamo che c'è sempre chi sta peggio.come ad esempio la strada che non ha mai saputo trovare la sua strada.le cosmopoli dell'anima hanno cieli che non s'illuminano mai d'immenso.solo stelle pronte a suicidarsi.tutte le voci del mondo hanno sempre lo stesso identico suono ma nemmeno le onomatopee sono uguali tra loro e non ho mai capito a cosa ci avrebbe condotto questo atteggiamento del cazzo ma mi piaceva un casino.fuori gli anni delle discariche a cielo aperto di emozioni mai vissute riempiono le periferie delle nostre anime.mi sono sempre chiesto che senso avesse scrivere.

forza 4

la tv non parla più e le cose assumono senso nelle realtà viscide di altri mondi.storie tristi vere e liete fini che aprono compiti di assimilazione dell'esteriorità le nostre menti contorte i nostri visi contriti le nostre lacrime secche che non escono mai.e ti avevo scritto il mondo ma non andava la connessione.perchè impariamo tutti a parlare senza rendercene conto.e mi sono perso gli ultimi minuti della mia vita tra gli angoli bui dei tuoi pensieri.che poi se non me li ricordo forse non li ho mai vissuti.i tuoi pensieri.e forse oggi non è la sera giusta.

venerdì 6 marzo 2009

oggigiorno

non abbiamo mai tempo per i nostri deliri.per sciogliere i nessi sintattici che legano me e te.per cercare la profondità in spazi chiusi.il dolore della pazzia è la triste constatazione della lucidità.dell'autoproduzione di universi sulfurei.di note che nascono stonate.della critica della ragione della violenza della ragione degli stupri della ragione.che il dilemma non è mai stato esere o non essere, ma riempire i vuoti incolmati di un'astratta sensazione di completezza.che se è tristezza dolore o felicità non lo può dire nessuno.restiamo solo noi e nostri pensieri di carta.che non vinceranno mai sanremo.

domenica 1 marzo 2009

per le vie

frequenza seminariale di cardiopatici a corsi di autocontrollo
professori tossicomani insegnano
storie di vita mai vissuta
pianti cosmici di chi non guarda mai in faccia
sbucciamo i nostri cuori
lasciando per strada pozzanghere di sofferenza

giovedì 26 febbraio 2009

insulti di vita

il nostro amore è una guerra che non miete vittime non fa male a nessuno il nostro amore il nostro amore casto puro pudico che vive di sano erotismo passioni turbolente vortici senza ragione e interrogazioni dell'io.è bello il nostro amore.si nutre pasce e semina collezionando sconfitte che sanno di me di te di paesi lontani di "ciò che non siamo ciò che non vogliamo" tutta la lontananza che vale dietro le nostre paure angosce ansie desideri inespressi se perdo te perdo anche me sei solo tu a farmi vivere ma non è come credi siamo: noi è il nostro amore.e manco a farlo a posta compriamo edonismo usa e getta sui banconi del supermercato.ci cadiamo sempre nel nostro amore.

giovedì 19 febbraio 2009

disillusione

il tuo sorriso amaro.che ha il sapore amaro perchè non capivi l'ottimismo.perchè pensavi che l'ottimismo era sempre compassione verso gli altri verso se stessi verso la vita e perchè bisognava provare compassione verso qualcosa che ci appartiene tanto da non appartenerci ma del resto, del resto, non ce ne frega niente.e le rotaie sporche dei soli delle nostre metropoli inquinate separano l'erba verde su cui cresce l'elettrosmog dei tuoi pensieri con i tuoi occhi dove non c'era nessuna luce nessun bagliore che facesse presagire quel gusto dolce a cui sono tanto troppo abituato.quella macchia di perchè che dà un senso a tutto.quel fango di noi su cui fare specchiare la luce che produciamo per non sentirci troppo male.sull' A14 incrociamo i nostri destini e le vite pulite delle puttane.

giovedì 12 febbraio 2009

capita a volte

mi capita a volte di pensarci.che non ho più tempo per ascoltare il silenzio.e il silenzio forse c'è sempre stato e mi parlava anche quando non lo ascoltavo ma me lo ricordo.come la memoria dell'acqua.come le molecole che portano i segni delle mie sconfitte.che sanno anche loro che non so vivere.che è sempre troppo poco adatto.che non riesco mai a essere chi voglio ma solo chi sono e chi sono non lo so.chi sono non lo sappiamo. e le domande angosciano premono e affondano coltelli.e ti accompagnano sempre anche quando pensavi di essertene definitivamente liberato.e piove ma c'è solo e sempre sale per le tue ferite.e mi leggo ma non riesco a trovare mai senso alle mie parole.che forse è perchè mi fermo sempre alla struttura superficiale chomsky e le sue maledette pretese.che poi sono le mie.capire perchè e cercare un senso dove sai che non c'è.che non ci può essere.che non ci puoi essere.

e spiazza il rossetto sugli occhi.vedere che le maschere che alterano la nostra identità tardano a dissolversi e forse sono l'unica risposta.che poi alla fine siamo neve al sole sotto quelle maschere. e cerchiamo una nostra realtà che non può essere nostra.che verrà sempre da fuori.e i pensieri sono gli stessi le dita sono le stesse ma basta che cambi il computer e tanto basta.per capire che non ci siamo.che siamo ondeggianti anche se non sai che significa, che vivi senza mai sapere che significa.la gente fuori è estranea e non ti senti la pelle addosso.trascina dietro vuoti che si perdono in realtà ovattate senza colore.i passi precedono i pensieri.e le mie azioni mi ricordano che non esisto.

domenica 8 febbraio 2009

ogni domenica

immobili le mie mani scivolano parole sporche di vita mi guardo nudo riflettere me stesso su uno schermo in bianco e nero vicino a me una bacinella piena di sogni e paure il grido di chi ancora non è nato ma sa già di dover morire."tutto l'universo geme e soffre" e il creazionismo una volta foderava gli occhi con spessi fumi nubi coltri di speranze malsane quando bastava guardare un pò più indietro per accorgersi di non dovere andare avanti.di non dovere cercare chiavi di lettura che non aprono nessuna porta.che l'universo ce lo abbiamo dentro e si dispera lontano troppo vicino.le mie dita gocciolano aneliti esistenziali che non vedranno mai la luce del sole.



il primo vagito di chi nasce morto



l'ultimo rantolo di chi muore e non è mai nato



".....come lo schiavo sospira l'ombra

e come il mercenario aspetta il suo salario,

così a me sono toccati mesi d'illusione

e notti di affanno mi sono state assegnate.

se mi corico dico: quando mi alzerò?

la notte si fa lunga

e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.

i miei giorni scorrono più veloci d'una spola,

svaniscono senza un filo di speranza.

ricordati che un soffio è la vita:

il mio occhio non vedrà più il bene."

venerdì 6 febbraio 2009

eccoci?

le reciproche concessioni che ci facciamo devono farmi bene.è l'imposizione dei flussi vitali ma nulla hanno a che fare con la mia coscienza.e invece sto male.e vomito.che sa di un pianto marcio.non mio, troppo mio.che non esiste.o almeno lo svuotiamo dove possiamo non vederlo.non accorgerci che esiste che è la nostra esistenza.di nausea.lunga bianca malata.gettati a terra gli ultimi brandelli di carne non resta più niente.
azioni meccaniche reazioni idrauliche e parti esistenziali.
preferivo guardare il dolore quando non mi uccideva dentro.

i pensieri ristagnano putridi nella natura viva morta sconfitta e le ferite che mi tenevano sveglio muoiono assiderate.
l'aria spezzata di un inverno banalmente grigio cola addosso coprendo gli ultimi residui
speranze
turbamenti
angosce
tutto risuona silenzioso e ci ritroviamo soli con noi stessi

lunedì 19 gennaio 2009

consolazione

la solitudine ha il sapore amaro dei tuoi spettri metallici
appesi al filo dei miei pensieri
nelle stanze che sanno di sogni sconfitti
annaspano sempre
i grigiori delle
albe sbiadite che preannunciano
il triste avvento
di un altro giorno un
vuoto incolmato

domenica 18 gennaio 2009

si può nascere sbagliati

la positività annega sempre nel nostro mare.giocavamo ridevamo e non ci capivamo.ma eravamo troppo diversi.troppo."perchè sei così?" è la domanda che tante volte avrei voluto che mi ponessi ma non avevo la forza di chiederti di chiedermelo.respiravi troppo forte per smettere anche un secondo di vivere.

sabato 17 gennaio 2009

lande desolatamente affollate (il titolo è un'operazione subliminale per forzare le parole)

frasi chiuse nei pacchetti di sigarette che
muoiono sulle strade
facendo finta di gridare
e si contorcono le anime di
plastica
nelle nostre
lande desolatamente affollate

mercoledì 14 gennaio 2009

crea?

ho continuamente bisogno di valvole di sfogo che non siano i miei ventricoli.rigetto me stesso.non è un processo di debordanza iperbolica.è incontinenza esistenziale.(è il mio corpo che espelle me stesso.)

martedì 13 gennaio 2009

il tempo di morire

Assistiamo inerti alla stereotipizzazione del nostro amore mefitico.e ci ritroviamo complici dei nostri sguardi assassini di parole ammazzate dal torpore delle nostri estati passate.non ci ritroviamo più come un tempo.era troppo grande da sostenere, troppo grande da sopportare.ho ancora nel cuore l’odore dei tuoi conati emotivi.e fingevamo che erano nostri.per sentirmi dentro pure io.per essere vivo pure io.(e alla fine non potevi proprio accettarmi nella tua realtà frustrata.dove non c’è posto neanche per te.)

erroneamente catalogato come essere pensante

Sartre te li costruiva attorno i muri.e noi facevamo finta di vederli costruire, per non accorgerci che non costruiva un cazzo.ce li indicava solamente.e trovo sempre più comico che ieri ne ho incendiato uno e il fuoco si è estinto da solo.e ci estingueremo pure noi dentro i muri.di una comicità che porta troppe lacrime ai nostri occhi.

domenica 4 gennaio 2009

ritagli (senza chiedermi perchè)

fare la raccolta differenziata delle risposte alle domande non ancora poste.le verruche sul tuo muro.accese da viaggi lisergici di paradisi artificiali.e i tuoi sguardi atoni e ovattati come la televisione del piano di sotto.senza alcuna connessione.evacuazioni e intrinseche imprecazioni dell'animo, voli pindarici di menti contorte, sotto gli accoppiamenti di oggetti del nostro consumismo.non c'è bianco e non c'è nero, solo sottoprodotti di substrati culturali.e intermezzi senza senso.rispondiamo sempre all'unisono.pigmentazioni caleidoscopiche di luci impotenti.sideree annunciazioni di una fine troppo vicina.nell'ultimo grido disperato di chi è muto.subissato dai nostri rifiuti.ogni buco nero nel cosmo del tuo corpo.

notte tempore

alla fine le stelle pesano sulla testa, per non guardarle.e non ti fanno vedere la merda che c'è troppo più sotto.dove vivo di solito.tante le crepe delle nostre serate perfette, che nemmeno ce ne accorgiamo.chiusi nel labirinto dei nostri pensieri come le nuvole, macchie pulite in un cielo troppo sporco.e chiedi il perchè, a quel mare di vetro.scuro.impenetrabile.eterno.che non riflette né il bene né il male.di notte, quando la città muore sotto i tuoi occhi facendo finta di vivere.