giovedì 12 febbraio 2009

capita a volte

mi capita a volte di pensarci.che non ho più tempo per ascoltare il silenzio.e il silenzio forse c'è sempre stato e mi parlava anche quando non lo ascoltavo ma me lo ricordo.come la memoria dell'acqua.come le molecole che portano i segni delle mie sconfitte.che sanno anche loro che non so vivere.che è sempre troppo poco adatto.che non riesco mai a essere chi voglio ma solo chi sono e chi sono non lo so.chi sono non lo sappiamo. e le domande angosciano premono e affondano coltelli.e ti accompagnano sempre anche quando pensavi di essertene definitivamente liberato.e piove ma c'è solo e sempre sale per le tue ferite.e mi leggo ma non riesco a trovare mai senso alle mie parole.che forse è perchè mi fermo sempre alla struttura superficiale chomsky e le sue maledette pretese.che poi sono le mie.capire perchè e cercare un senso dove sai che non c'è.che non ci può essere.che non ci puoi essere.

e spiazza il rossetto sugli occhi.vedere che le maschere che alterano la nostra identità tardano a dissolversi e forse sono l'unica risposta.che poi alla fine siamo neve al sole sotto quelle maschere. e cerchiamo una nostra realtà che non può essere nostra.che verrà sempre da fuori.e i pensieri sono gli stessi le dita sono le stesse ma basta che cambi il computer e tanto basta.per capire che non ci siamo.che siamo ondeggianti anche se non sai che significa, che vivi senza mai sapere che significa.la gente fuori è estranea e non ti senti la pelle addosso.trascina dietro vuoti che si perdono in realtà ovattate senza colore.i passi precedono i pensieri.e le mie azioni mi ricordano che non esisto.

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