sabato 26 settembre 2009

quando hai iniziato a darmi risposte (viene prima l'influenza suina del nostro amore)

se scrivere potesse fermare le emorragie.se il cielo fosse meno blu.se gli alberi fossero meno contraddittori.se le case non avessero le pareti.se il grigio avesse meno bianco.se la mia testa non fabbricasse dolore con i neuroni precari.se la smettessi di gridare in mezzo alla strada "perchè esisti?" ai passanti.se la memoria non fosse troppo occupata col passato.

e ci accorgiamo di nuovo che consumiamo male lo spazio del mondo che sarebbe meglio coprirsi la sera invece di sputtanare sul balcone le nostre ferite che se la gente potesse capirci finirebbe tutto.invece è l'incedere che mi destabilizza la cadenza ritmica dei giorni tutti uguali affossati nei pranzi della domenica le pretese di pulizia ed ordine nella mia vita.se potessi uccidermi un solo momento.un solo minuto per capire se vivo davvero.senza anestesia.godiamoci questa morte apparente dentro gli occhi.vediamo se riusciamo a risolvere l'esistenza.rompiamo i muri usando solo le mani.rompiamo i muri senza usare le mani.

lunedì 21 settembre 2009

a te

tra le steppe di hesse e le esistenze di sartre

sempre meno spiragli per vincere la quotidianità.la speranza è l'ultima a morire, ma gli ultimi saranno sempre i primi.ho paura che questo un giorno possa diventare troppo pesante.ho venti anni e in misura proporzionale al passare del tempo aumentano i periodi di crisi che accarezzano la testa.la pioggia batte con regolarità per fermare il momento ma cogliere l'attimo non è il nostro compito, non è alla nostra portata.l'uomo ha perso.ha perso contro sé stesso.e può vincere solo nella sconfitta.non mi sono mai piaciuti i paradossi ma il compito più difficile spetta a schopenhauer e leopardi per ritrovare la meraviglia originaria.per rievocare lo stupore del bambino.per sbagliare ancora una volta strada, ma stavolta nel modo giusto.e scoprire un amore antico secoli.perso nel tempo.viandante di epoche barbare, cultore dell'arte senza età.sciogliere questo amore per tanto tempo cristallizzato, troppo polveroso.cercare l'equilibrio tra le anime universali.possedere l'Om.e perdersi tra la gettatezza e le irrequietezze degli alberi l'inquietudine della sera il sublime delle bottiglie di vetro il cielo buttato sui cassonetti e le esistenze malate.fermare ancora un attimo il cuore per fissare la vita fredda in una mano.muore l'uomo, ma sopravvive la malattia.eppure è dentro te che ho trovato la cura.

lunedì 7 settembre 2009

settembre in soffitta

il vento che porta il cambio di stagione è il sussurro leggero di chi arriva senza fare rumore.comincia con una giornata diversa dalle altre.solo niente sole.e il pomeriggio restiamo a guardare l'estate morire invece di infrangere le onde contro i nostri pensieri.cambiano piccoli particolari per stravolgere la sostanza.settembre inizia così, come chi muore un pò.come chi non sa resistere all'inerzia di lasciarsi appassire.come chi ama la deriva dei continenti.settembre bussa piano per presentare la sua eutanasia, non sfonda le porte.e sembra quasi giocare con le scorie dell'estate.con il sole tiepido che non porta più vita.con il mare in burrasca da tenere a portata di mano.come chi conserva le foglie morte,sapendo che non si può contemplare davvero la vita, ma solo ciò che, dopo, nella fredda staticità della morte, ne resta.

giovedì 3 settembre 2009

ho paura

raccontiamo alle nuvole arenate nel cielo le cose che non diciamo mai.ho dei piccoli pensieri nella mia mano, chiusi apposta per te.scoprili, potresti trovarci le chiavi per una nuova tristezza.e se dovessimo partire per un viaggio esotico non svegliarmi, che la realtà di quello che viviamo spazza via i sogni cristallizzati.meglio inseguire amori decadenti che lasciarsi travolgere dalla noia dei matrimoni.