sabato 21 marzo 2009

senza nessuno scopo

era tanto triste sentire i battiti che ti costringevano a vivere.che poi ci produciamo nelle nostre masturbazioni mentali e da millenni troviamo sempre sensi che si contraddicono e significati che si gettano disperati nel vuoto dei tuoi occhi cercando di non essere solo un'illusione.e alla fine non c'è mai stato niente. e alla fine vivere è amare vivere è odiare vivere è gonfiare due sacchetti di carne.e li chiamiamo polmoni.e ci sentiamo superiori se ci sforziamo di non gonfiarli.ed è solo un altro modo di morire meglio.c'è tensione sociale tra l'erba.discriminata dagli alberi.e quei rami sembrano volerti liberare e si tendono a cercarti.a regalarti il silenzio.a  regalarti una vecchiaia di solitudine amara e qualche bottiglia di birra che ti fissa dalla finestra.la stessa finestra che il giorno prima nascondevi per cercarti tra quattro mura fingendo che il mondo fuori non esistesse.oggi è domenica.e c'è solo più spazio.per sapere di non potere stare male come vorresti.che se anche guardi giù dal balcone non hai pensato che sei a primo piano e non c'è mai niente di risolutivo ma ti scappa solo da ridere.che forse la domenica non la capirai mai.come i compleanni.quando ci regaliamo candele.per augurarci di smettere prima.di smettere meglio.se affoghi i pensieri anneghi anche la tua anima.ma tu vuoi soltanto vederli gemere.nessuna morte annunciata.solo dolore che ti liberi.

venerdì 20 marzo 2009

rotto

mi sono sempre venduto fumo negli occhi e non avevo frangiflutti esistenziali per ripararmi dalle onde del mio dualismo.vorrei tanto essere certo di qualcosa ma le fedi incrollabili hanno sempre fomentato l'ateismo.le sigarette spente nei posacenere arrangiati mentre fuori il mondo continua.una sera ci siamo svegliati madidi di sudore credendo di aver capito i vapori delle nostre nebbie ma non esiste sole che illumini il nulla.che dissipi i miei pensieri tossici.

domenica 15 marzo 2009

dentro

l'inettitudine cosciente
che spinge
con violenta dolcezza dentro te e
profuma degli spigoli dell'inadeguatezza
troppo soffusa
troppo soffice
nella mia testa per non sentirla giusta
per non sentirla mia.
i morsi del tempo sulle tue braccia nude precipitavano dal tuo io.
è lì che si addensa il nostro male.
è lì che ci ritroviamo tante volte.
è lì che ci amiamo davvero.
sulle strade interrotte dal traffico dei tuoi pensieri.

sabato 14 marzo 2009

non c'è mai progresso in campo morale

le lotte intestine tra l'erba e il cemento richiudono ferite che partono dal cuore.e il mondo reale da sempre questo effetto.sappiamo che c'è sempre chi sta peggio.come ad esempio la strada che non ha mai saputo trovare la sua strada.le cosmopoli dell'anima hanno cieli che non s'illuminano mai d'immenso.solo stelle pronte a suicidarsi.tutte le voci del mondo hanno sempre lo stesso identico suono ma nemmeno le onomatopee sono uguali tra loro e non ho mai capito a cosa ci avrebbe condotto questo atteggiamento del cazzo ma mi piaceva un casino.fuori gli anni delle discariche a cielo aperto di emozioni mai vissute riempiono le periferie delle nostre anime.mi sono sempre chiesto che senso avesse scrivere.

forza 4

la tv non parla più e le cose assumono senso nelle realtà viscide di altri mondi.storie tristi vere e liete fini che aprono compiti di assimilazione dell'esteriorità le nostre menti contorte i nostri visi contriti le nostre lacrime secche che non escono mai.e ti avevo scritto il mondo ma non andava la connessione.perchè impariamo tutti a parlare senza rendercene conto.e mi sono perso gli ultimi minuti della mia vita tra gli angoli bui dei tuoi pensieri.che poi se non me li ricordo forse non li ho mai vissuti.i tuoi pensieri.e forse oggi non è la sera giusta.

venerdì 6 marzo 2009

oggigiorno

non abbiamo mai tempo per i nostri deliri.per sciogliere i nessi sintattici che legano me e te.per cercare la profondità in spazi chiusi.il dolore della pazzia è la triste constatazione della lucidità.dell'autoproduzione di universi sulfurei.di note che nascono stonate.della critica della ragione della violenza della ragione degli stupri della ragione.che il dilemma non è mai stato esere o non essere, ma riempire i vuoti incolmati di un'astratta sensazione di completezza.che se è tristezza dolore o felicità non lo può dire nessuno.restiamo solo noi e nostri pensieri di carta.che non vinceranno mai sanremo.

domenica 1 marzo 2009

per le vie

frequenza seminariale di cardiopatici a corsi di autocontrollo
professori tossicomani insegnano
storie di vita mai vissuta
pianti cosmici di chi non guarda mai in faccia
sbucciamo i nostri cuori
lasciando per strada pozzanghere di sofferenza