venerdì 29 gennaio 2010

non riesco a ripartire equamente i miei sogni

tra l'ansia di adagiarsi ad uno stile di vita consono ai cliché e l'atarassia

mi sforzo di sorreggere le strutture
erose dell'io i pezzi della mia vita
mentre cerco di lambire
l'estrema soglia
che dischiude
la verità

mercoledì 13 gennaio 2010

ieri sera mi hai letto bataille

e ho trovato interessante la stereotipizzazione dei modelli uomo-donna nell'ascesa parabolica della civiltà occidentale che si trova a fare i conti guardando attraverso l'oscuro occhio della realtà

niente compromessi solo il gemito ancestrale soffocato dentro la tua gola mentre crollavano i muri di secoli di idealizzazioni palazzi dicasteri monumenti edificati sul fango della vergogna di chi non osava guardare di chi non osava sapere di chi non osava conoscere.eppure la lezione del grande maestro riecheggiava dagli albori della nostra infanzia ma conoscere sé stessi era un processo omicida che avrebbe portato a ristabilire i rapporti di forza primordiali.

dove il sublime canto, l'enfasi emotiva, l'affinità elettiva e l'amore platonico?vedevo solo fili morti sporchi di uno sforzo che perpetua l'esistenza.

giovedì 7 gennaio 2010

l'immaginazione non è menzogna

le geometrie dei viali disegnavano prospettive sempre uguali col passare delle stagioni.eppure si alternavano sentimenti misti: delusione, apatia, sconforto, depressione, abbattimento.
sarebbe stato pretenzioso credere che un rifugio si potesse trovare, ma l'immaginazione non è menzogna.neanche l'immaginazione serve a scappare.non si scappa.non si scappa.non si scappa.siamo ciclicamente invasi da noi stessi.
era come se guardassi da un'anticamera che gettava i miei occhi su un palcoscenico denso di mistero.volevo rompere le nebbie degli occhi per fugare ogni dubbio per stemperare questa realtà onirica per ricercare la concretezza delle idee e l'ordine dei pensieri



lieve si posava la neve

cadeva

truccando gli alberi filiformi per dare volume ai loro suoni sconnessi ed edulcorare una realtà priva di ogni contesto amorfa nella sua tendenza alla decontestualizzazione: natura morta che elude i tentativi di appropriazione di un senso e sveste lo sguardo dei ricordi felici

lieve si posava la neve

cadeva

per offrirsi nuda all'interpretazione dei passanti lasciando scoperti sguardi trasognati presagi di una tristezza infinita e ciclica invincibile e disonesta

lieve si posava la neve

e privava l'uomo di ogni certezza