giovedì 26 febbraio 2009

insulti di vita

il nostro amore è una guerra che non miete vittime non fa male a nessuno il nostro amore il nostro amore casto puro pudico che vive di sano erotismo passioni turbolente vortici senza ragione e interrogazioni dell'io.è bello il nostro amore.si nutre pasce e semina collezionando sconfitte che sanno di me di te di paesi lontani di "ciò che non siamo ciò che non vogliamo" tutta la lontananza che vale dietro le nostre paure angosce ansie desideri inespressi se perdo te perdo anche me sei solo tu a farmi vivere ma non è come credi siamo: noi è il nostro amore.e manco a farlo a posta compriamo edonismo usa e getta sui banconi del supermercato.ci cadiamo sempre nel nostro amore.

giovedì 19 febbraio 2009

disillusione

il tuo sorriso amaro.che ha il sapore amaro perchè non capivi l'ottimismo.perchè pensavi che l'ottimismo era sempre compassione verso gli altri verso se stessi verso la vita e perchè bisognava provare compassione verso qualcosa che ci appartiene tanto da non appartenerci ma del resto, del resto, non ce ne frega niente.e le rotaie sporche dei soli delle nostre metropoli inquinate separano l'erba verde su cui cresce l'elettrosmog dei tuoi pensieri con i tuoi occhi dove non c'era nessuna luce nessun bagliore che facesse presagire quel gusto dolce a cui sono tanto troppo abituato.quella macchia di perchè che dà un senso a tutto.quel fango di noi su cui fare specchiare la luce che produciamo per non sentirci troppo male.sull' A14 incrociamo i nostri destini e le vite pulite delle puttane.

giovedì 12 febbraio 2009

capita a volte

mi capita a volte di pensarci.che non ho più tempo per ascoltare il silenzio.e il silenzio forse c'è sempre stato e mi parlava anche quando non lo ascoltavo ma me lo ricordo.come la memoria dell'acqua.come le molecole che portano i segni delle mie sconfitte.che sanno anche loro che non so vivere.che è sempre troppo poco adatto.che non riesco mai a essere chi voglio ma solo chi sono e chi sono non lo so.chi sono non lo sappiamo. e le domande angosciano premono e affondano coltelli.e ti accompagnano sempre anche quando pensavi di essertene definitivamente liberato.e piove ma c'è solo e sempre sale per le tue ferite.e mi leggo ma non riesco a trovare mai senso alle mie parole.che forse è perchè mi fermo sempre alla struttura superficiale chomsky e le sue maledette pretese.che poi sono le mie.capire perchè e cercare un senso dove sai che non c'è.che non ci può essere.che non ci puoi essere.

e spiazza il rossetto sugli occhi.vedere che le maschere che alterano la nostra identità tardano a dissolversi e forse sono l'unica risposta.che poi alla fine siamo neve al sole sotto quelle maschere. e cerchiamo una nostra realtà che non può essere nostra.che verrà sempre da fuori.e i pensieri sono gli stessi le dita sono le stesse ma basta che cambi il computer e tanto basta.per capire che non ci siamo.che siamo ondeggianti anche se non sai che significa, che vivi senza mai sapere che significa.la gente fuori è estranea e non ti senti la pelle addosso.trascina dietro vuoti che si perdono in realtà ovattate senza colore.i passi precedono i pensieri.e le mie azioni mi ricordano che non esisto.

domenica 8 febbraio 2009

ogni domenica

immobili le mie mani scivolano parole sporche di vita mi guardo nudo riflettere me stesso su uno schermo in bianco e nero vicino a me una bacinella piena di sogni e paure il grido di chi ancora non è nato ma sa già di dover morire."tutto l'universo geme e soffre" e il creazionismo una volta foderava gli occhi con spessi fumi nubi coltri di speranze malsane quando bastava guardare un pò più indietro per accorgersi di non dovere andare avanti.di non dovere cercare chiavi di lettura che non aprono nessuna porta.che l'universo ce lo abbiamo dentro e si dispera lontano troppo vicino.le mie dita gocciolano aneliti esistenziali che non vedranno mai la luce del sole.



il primo vagito di chi nasce morto



l'ultimo rantolo di chi muore e non è mai nato



".....come lo schiavo sospira l'ombra

e come il mercenario aspetta il suo salario,

così a me sono toccati mesi d'illusione

e notti di affanno mi sono state assegnate.

se mi corico dico: quando mi alzerò?

la notte si fa lunga

e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.

i miei giorni scorrono più veloci d'una spola,

svaniscono senza un filo di speranza.

ricordati che un soffio è la vita:

il mio occhio non vedrà più il bene."

venerdì 6 febbraio 2009

eccoci?

le reciproche concessioni che ci facciamo devono farmi bene.è l'imposizione dei flussi vitali ma nulla hanno a che fare con la mia coscienza.e invece sto male.e vomito.che sa di un pianto marcio.non mio, troppo mio.che non esiste.o almeno lo svuotiamo dove possiamo non vederlo.non accorgerci che esiste che è la nostra esistenza.di nausea.lunga bianca malata.gettati a terra gli ultimi brandelli di carne non resta più niente.
azioni meccaniche reazioni idrauliche e parti esistenziali.
preferivo guardare il dolore quando non mi uccideva dentro.

i pensieri ristagnano putridi nella natura viva morta sconfitta e le ferite che mi tenevano sveglio muoiono assiderate.
l'aria spezzata di un inverno banalmente grigio cola addosso coprendo gli ultimi residui
speranze
turbamenti
angosce
tutto risuona silenzioso e ci ritroviamo soli con noi stessi