le reciproche concessioni che ci facciamo devono farmi bene.è l'imposizione dei flussi vitali ma nulla hanno a che fare con la mia coscienza.e invece sto male.e vomito.che sa di un pianto marcio.non mio, troppo mio.che non esiste.o almeno lo svuotiamo dove possiamo non vederlo.non accorgerci che esiste che è la nostra esistenza.di nausea.lunga bianca malata.gettati a terra gli ultimi brandelli di carne non resta più niente.
azioni meccaniche reazioni idrauliche e parti esistenziali.
preferivo guardare il dolore quando non mi uccideva dentro.
i pensieri ristagnano putridi nella natura viva morta sconfitta e le ferite che mi tenevano sveglio muoiono assiderate.
l'aria spezzata di un inverno banalmente grigio cola addosso coprendo gli ultimi residui
speranze
turbamenti
angosce
tutto risuona silenzioso e ci ritroviamo soli con noi stessi
venerdì 6 febbraio 2009
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