tra le steppe di hesse e le esistenze di sartre
sempre meno spiragli per vincere la quotidianità.la speranza è l'ultima a morire, ma gli ultimi saranno sempre i primi.ho paura che questo un giorno possa diventare troppo pesante.ho venti anni e in misura proporzionale al passare del tempo aumentano i periodi di crisi che accarezzano la testa.la pioggia batte con regolarità per fermare il momento ma cogliere l'attimo non è il nostro compito, non è alla nostra portata.l'uomo ha perso.ha perso contro sé stesso.e può vincere solo nella sconfitta.non mi sono mai piaciuti i paradossi ma il compito più difficile spetta a schopenhauer e leopardi per ritrovare la meraviglia originaria.per rievocare lo stupore del bambino.per sbagliare ancora una volta strada, ma stavolta nel modo giusto.e scoprire un amore antico secoli.perso nel tempo.viandante di epoche barbare, cultore dell'arte senza età.sciogliere questo amore per tanto tempo cristallizzato, troppo polveroso.cercare l'equilibrio tra le anime universali.possedere l'Om.e perdersi tra la gettatezza e le irrequietezze degli alberi l'inquietudine della sera il sublime delle bottiglie di vetro il cielo buttato sui cassonetti e le esistenze malate.fermare ancora un attimo il cuore per fissare la vita fredda in una mano.muore l'uomo, ma sopravvive la malattia.eppure è dentro te che ho trovato la cura.
lunedì 21 settembre 2009
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