martedì 4 agosto 2009

non pensavo

a guardare panni stesi che agitano parole convulse e scuotono le autocoscienze dei balconi.qualcuno ieri sera mi ha detto: "non pensavo che le persone cambiassero": il gioco sta tutto lì.nel prenderci per il culo pensando di cambiare.quando vedere le strade percorse è un gemito confortante.di un dolore lontano che ti scalda.adesso tremi per le tensioni esistenziali.prima fremevi per il vento cadente della giovinezza.domani giacerai immobile sotto il sole malato di nonsodovenecomeneperchè.alla fine torniamo sempre a casa.alla fine torniamo sempre da noi.niente ci salva da quello che siamo.

1 commento:

Zoe ha detto...

Ognuno è il dio di se stesso..sopravviver a noi stessi è illudersi ogni giorno nella falsa promessa del nostro personale libero-auto-arbitrio.
Non possiamo fuggir da noi stessi,ci rincorriamo e ci ritroviamo anke nella fuga..alla fine siamo sempre noi..ed ogni nostra azione è causa e figlia del nostro pensiero,del pensiero ke ci caratterizza,del pensiero ke ci "inquadra"...se PENSIAMO di evader dal suo "governo" gli cadiamo tra le braccia..

Noi siamo pensiero e in esso si nasconde il nostro potere..
Per questo motivo ke esiste la nostra società lobotomizzante.....

Bye